di Giovanni Nazzaro
All’interno del precedente numero di questa Rivista è stata inserita una pagina nella quale si intravede un logo con la scritta “Lawful Interception Academy” e la seguente frase in alto: “Tutto ciò che è necessario prima o poi si realizza”. Cerchiamo di essere meno criptici, spiegando il senso della pagina ricorrendo prima ad una premessa. Il filosofo tedesco Hegel, vissuto a cavallo dell’800, è l’autore della tesi “Ciò che è razionale, è reale; ciò che è reale, è razionale”. Hegel sosteneva che la razionalità non è pura astrazione, è presente nel mondo come insieme delle leggi che lo regolano, quindi la realtà ha una sua struttura razionale. Da questo pensiero deriva il concetto che se un’azione avviene, ci dev’essere un’altra azione che l’ha causata. Può risultare evidente adesso la genesi della frase prima richiamata: dalla prima parte del pensiero di Hegel si può dedurre che ciò che è ragionevole diventa realtà, cioè un obiettivo razionale prima o poi si realizza.
A questo punto qualcuno potrebbe sorprendersi sul lavoro e sullo studio che c’è dietro uno slogan, ma quello su cui preme far riflettere è che laddove si crea un vuoto, che può essere di qualunque forma e natura (come ad es. storico, politico, normativo ed anche tecnico), prima o poi dobbiamo attenderci che sarà compensato. Nel caso in questione il riferimento è ad un tema molto importante, rappresentato dalle intercettazioni legali delle telecomunicazioni.
Chi ha seguito il convegno di Palermo ad inizio di quest’anno dal titolo “Intercettazioni, tra esigenze investigative e diritto alla privacy”, nel quale ho richiamato la storia della presente Rivista, avrà avuto modo di constatare che questa, nel 2011, è di fatto stato il primo periodico a carattere tecnico giuridico a dedicare una intera sezione tematica alla lawful interception, la quale si è poi dimostrata un terreno intellettualmente fertilissimo che nel tempo ha fatto emergere la disponibilità di illustri professionisti del nostro Paese, accomunati da un responsabile spirito di approfondimento verso i diversi aspetti di una materia molto delicata, consapevoli che il loro contributo può aiutare il lavoro di altri e che dal confronto e dalla collaborazione nasce cultura e democrazia su cui si basa una società moderna.
Lo strumento cartaceo, rappresentato dalla singola sezione tematica, nel tempo è divenuto insufficiente a contenere il confronto delle diverse e tante professionalità incontrate negli anni. Siamo dunque arrivati a quella necessità razionale, diretta declinazione del pensiero di Hegel, che ci ha permesso di trattare in maniera adeguata, dettagliata e dedicata l’argomento delle intercettazioni legali in tutti i suoi aspetti. È nata così la “Lawful Interception Academy” la cui prima edizione si terrà dal 17 al 21 novembre di quest’anno a Roma presso la scuola “Giovanni Falcone” della Polizia Penitenziaria. Inizialmente pensata come espressione tangibile del confronto intellettuale espresso in precedenza su questa Rivista, è stata poi ridisegnata in forma di seminario e poi di scuola, a vantaggio del lettore che si è “evoluto” in ascoltatore prima ed infine in “discente”. Si tratta di una scuola di alta formazione per addetti della Pubblica Amministrazione, professionalmente impegnati negli ambiti di utilizzo e di analisi dei risultati delle intercettazioni delle telecomunicazioni e dei tabulati di traffico storico, che ha raccolto il consenso di tutte le forze di polizia.
La LIA può risultare differente da tante altre proposte formative per diversi aspetti: innanzitutto è gratuita per la PA, in analogia all’impostazione di questa Rivista, inoltre tratta un tema poco presidiato sotto il profilo sistemico, infine prevede un risultato didattico sia verso il discente, per cercare di formare in lui la corretta propensione mentale ed il miglior approccio pratico alla materia, ma anche verso il proprio comitato scientifico: infatti ai componenti di tale comitato sarà fornita quella visione sistemica prima richiamata e poco presidiata, con l’elencazione dei punti di attenzione e delle proposte di miglioramento che emergeranno dalla LIA.
Questa ultima particolarità sarà il vero valore aggiunto della scuola quale strumento formativo, ovvero un riferimento ben individuato (verrebbe da dire “centro di riferimento nazionale” qualificato) non solo per descrivere l’attuale ma anche per evidenziare le problematiche del domani, considerando la velocità con cui si sviluppano e si rinnovano le tecnologie di comunicazione. Credo sia importante assicurare una solida, qualificata e aggiornata formazione, perché quello delle telecomunicazioni è, appunto, un mondo in continuo aggiornamento e ritengo non possiamo permettere alcun vantaggio in tal senso a chi vive una concezione di legalità lontana dalle norme e dalle regole del nostro Paese. In tal senso la nascita della LIA deve essere interpretata come l’avvio di una nuova fase di cambiamento culturale, avvicinando il nostro sistema a modelli europei già utilizzati, imparando dal confronto con tali modelli, ma al contempo evidenziando le particolari e già efficienti caratteristiche dell’indagine giudiziaria del nostro Paese. ©