di Francesco Rundo e Stefano Maugeri
La «Giurimetria», termine recentemente ripreso in ambito giuridico, nella sua originaria formulazione (Lee Loevinger, 1949) prevedeva l’applicazione dell’informatica e degli elaboratori elettronici al diritto. Nel tempo, alcuni studiosi (Hans Baade, 1960) hanno esteso ulteriormente il campo di applicazione di questa scienza, prevedendo, tra l’altro, l’utilizzo di modelli logico-matematici per dirimere contenziosi e questioni proprie di diritto nonchè, l’implementazione di sofisticati modelli statistici per la previsione del più probabile esito di una sentenza. Nel settore bancario e finanziario, attraverso l’analisi giurimetrica è possibile caratterizzare un rapporto bancario o uno strumento finanziario, valutandone l’effettiva evoluzione temporale, giusta la quale è successivamente esperibile una verifica di compatibilità normativa. Il presente articolo presenterà una overview dei vantaggi che l’analisi giurimetrica comporta nei contenziosi tecnici di natura bancaria e finanziaria.
1. Analisi giurimetrica dei rapporti bancari e finanziari
Il settore bancario e finanziario, da sempre oggetto di numerose attenzioni da parte del legislatore, riveste un ruolo cruciale nel tessuto economico-sociale atteso l’indubbio fattore propulsivo che il credito ha nell’economia di una nazione. Queste periodiche rivisitazioni normative, ad opera del legislatore italiano, hanno subìto notevole impulso nei recenti anni a seguito della inevitabile “correzione internazionale” dell’economia che ha costretto, non da ultimo, sia la Banca Europea che la corrispondente “FED” statunitense ad una politica di limitazione dei tassi di interesse. Nel nostro paese, agli adeguamenti normativi sono seguite, di conseguenza, numerose pronunce giurisprudenziali che negli anni hanno contribuito a delineare delle linee di indirizzo, per la verità non sempre chiare e puntuali, circa la legittimità o meno di determinate condotte seguite dagli intermediari finanziari nella contrattualizzazione dei prodotti offerti al pubblico. In tale ambito la Giurimetria riveste fondamentale importanza nella corretta valutazione tecnico-giuridica del rapporto bancario o dello strumento finanziario.
Pertanto, in riferimento al principale mezzo di rendimento per gli intermediari bancari, la concessione del credito a titolo oneroso, quest’ultimi normalmente si avvalgono di prodotti strutturati che, ammesse le dovute varianti, rientrano fondamentalmente in ben definite categorie tra le quali si annoverano: mutui ipotecari, finanziamenti chirografari, aperture di credito in conto corrente, aperture di credito assistite da garanzia ipotecaria, conti anticipi, Interest Rate Swaps, etc…
Ciò premesso, il legislatore ha posto degli argini entro i quali gli istituti finanziari possono e devono muoversi al fine di esercitare legittimamente la propria attività. A tal fine si citano: il Codice Civile, il Codice Penale oltre, ovviamente, i testi coordinati quali il Testo Unico Bancario (TUB – D.lgsvo 385/93 s.m.i), Testo Unico Finanza (TUF – D. lgsvo 24 febbraio 1998, n. 58 s.m.i.) insieme ai vari decreti, norme tecniche e direttive Europee, tra le quali si annovera, da ultima, la Direttiva “Mortgage Credit” 2014/17/UE recentemente recepita dal governo italiano.
Vale la pena menzionare, in questa sede: Regolamentazione dell’anatocismo bancario (art. 1283 c.c. coordinato con la Delibera CICR del 09.02.2000, art. 120 TUB), determinabilità del tasso di interesse e delle clausole contrattuali (art. 1284, 1346 c.c.), sanzioni nel caso di errata o difforme indicazione dei parametri contrattuali quali il tasso di interesse (art. 1284 c.c. ; art. 117 TUB) ; applicazioni di tassi usurari (art. 1815 c.c. ; art. 644 cp, L. 108/96 s.m.i.).
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