di Fabio Massa
Bitcoin è una moneta elettronica creata nel 2009 da un anonimo conosciuto. La struttura peer-to-peer della rete Bitcoin e la mancanza di un ente centrale rende impossibile per qualunque autorità, governativa o meno, di bloccare la rete, sequestrare bitcoins ai legittimi possessori o di svalutarla creando nuova moneta. Al fenomeno è stato addirittura dedicato un evento alla Camera dei Deputati l’11 giugno 2014 dal titolo “Bitcoin in Italia: quali opportunità per le “monete matematiche” nel nostro paese?” nel quale si si sono messi in luce i rischi macroeconomici connessi ad una moneta a tendenza deflattiva. È stato poi annunciato il primo Bancomat Bitcoin italiano da oggi sul mercato, chiamato “Bit-Wallet”.
Senza dubbio bitcoin è la valuta della nuova era. Nonostante la maggiore attenzione dei media questa innovazione non convince ancora del tutto, a causa delle potenziali insidie che si celano dietro il suo utilizzo. Gli ultimi recenti episodi, infatti, hanno confermato che nonostante il Bitcoin sia un sistema basato sulla crittografia, ciò non significa necessariamente sicurezza e anonimato per impostazione predefinita.
Il mondo del Bitcoin, considerato da molti un sistema alternativo alla moneta tradizionale, come predetto dagli esperti del settore, è al centro della scena per il fallimento di Mtgox, la prima piattaforma di valuta virtuale giapponese, Gold Member della Bitcoin Foundation. Il fallimento e la conseguente chiusura improvvisa della piattaforma ha fatto evaporare dal mercato circa 750.000 bitcoin, pari ad un controvalore odierno di 345 milioni di euro, creando il panico tra gli investitori. Nonostante le pubbliche scuse e le giustificazioni fornite da Mark Karpeles (CEO della MtGox) in merito al fallimento, attualmente la Mtgox sul proprio sito ha dichiarato di aver instaurato una procedura per la composizione della crisi da indebitamento presso la Corte di Tokio per permettere alla stessa Ltd di ripagare in parte i debiti dei creditori: a seguito di un massiccio attacco hacker e la constatazione della presenza di un bug di sistema sono stati persi circa 850.000 bitcoins di cui 750.000 dei creditori e 100.000 di proprietà della MtGox. Alcune fonti rivelano che dietro al caso del fallimento c’e invece una forte insolvenza nei confronti dei risparmiatori, dopo aver perso circa 750.000 bitcoins a seguito dei processi di negoziazione nel mese di febbraio.
Questi eventi, oltre al crollo della valuta del bitcoin, hanno evidenziato una pesante verità: la conferma della sfiducia nei confronti della moneta libera per la quale è assente un organo di controllo centrale, che si trasforma di conseguenza in una pesante ripercussione nel medio e lungo periodo. Una figura che funga da garante in episodi come questo avrebbe impedito che tutto il sistema economico basato sul bitcoin subisse un duro colpo con il conseguente rischio della fattibilità di portare avanti il progetto che sarebbe andato oltre i limiti del web. Anche il totale anonimato della rete Bitcoin è stato messo in discussione dal caso Silk Road, dopo la chiusura del market illegale, dove la principale valuta utilizzata era la moneta virtuale. Dopo l’arresto da parte dell’FBI del ventinovenne Ross William Ulbricht, con l’accusa di cospirazione nel traffico di narcotici ed altri gravi capi di imputazione, il deep web ha subito un duro colpo. Secondo l’FBI, Silk Road aveva un giro d’affari illegale in bitcoins pari a 1.2 milioni di dollari e commissioni per 80 milioni di dollari in meno di tre anni.
1. Cos’è il Bitcoin
Il bitcoin è la prima crypto-valuta virtuale decentrata descritta per la prima volta da una persona che utilizza lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto nel suo paper “Bitcoin: A Peer Electronic Cash sistema-to-Peer” pubblicato nel mese di ottobre del 2008, e la prima release della versione open-source del client principale è stata rilasciata dallo stesso nel gennaio del 2009.
Convezionalmente il nome “Bitcoin” con l’iniziale in maiuscolo si riferisce al software open source progettato per implementare il protocollo di comunicazione e la rete peer-to-peer che ne risulta, mentre “bitcoin” con l’iniziale in minuscolo si riferisce alla valuta in sé. La rete Bitcoin non si basa su alcun servizio centrale per gestire la creazione o il flusso di denaro, ma su solidi algoritmi di crittografia che permettono la coniazione di questa tipologia di moneta virtuale. In pratica ogni utente che utilizza la rete Bitcoin possiede un set di chiavi private e pubbliche, che sono analoghe a un conto bancario: queste utilizzano lo schema di firma digitale utilizzato da Bitcoin, firma Elliptic Curve Digital Algorithm (ECDSA), una variante di Digital Signature Algorithm (DSA), che utilizza la crittografia a curva ellittica (ECC).
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