di Michele Iaselli
ENAC – Disposizione del 14 febbraio 2014
Il 14 febbraio 2014 il Direttore Generale dell’ENAC ha emesso una Disposizione che rinvia la data di entrata in vigore del Regolamento “Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto” o Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto (SAPR), i c.d “droni”, al 30 Aprile 2014.
Come è noto l’uso dei droni negli ultimi tempi si è particolarmente intensificato ed ormai questi dispositivi vengono impiegati sempre più spesso in attività anche di carattere ludico-commerciale che non hanno niente a che vedere con impieghi operativi militari. In effetti il drone nasce in ambito militare e può essere definito come un velivolo privo di pilota e comandato a distanza, usato generalmente per operazioni di ricognizione e sorveglianza, oltre che di disturbo e inganno nella guerra elettronica; è indicato nei paesi anglosassoni anche con la sigla RPV, dalle lettere iniziali di Remotely Piloted Vehicle ovvero “veicolo guidato a distanza”.
Nel 2011 gli Stati Uniti, in collaborazione con il Messico, hanno utilizzato i droni per il controllo delle frontiere e per combattere i narcotrafficanti, grazie alla possibilità di monitorarne i movimenti. Nello stesso anno, in Giappone, l’uso dei droni ha permesso di controllare da vicino l’attività dei reattori della centrale nucleare di Fukushima, dopo le esplosioni causate dal terremoto di Tōhoku. Per uso bellico, i Predator sono stati impiegati nel 2011 dalle forze statunitensi per proteggere i ribelli in rivolta contro Gheddafi. Proprio un accordo con gli Stati Uniti potrebbe fare dell’Italia il primo Paese, oltre alla Gran Bretagna, ad avere droni statunitensi armati per la protezione delle proprie truppe in Afghanistan: si tratta dei cosiddetti Reaper, più grandi e potenti dei Predator, di cui sei esemplari sono in dotazione dell’Italia. L’intesa potrebbe essere l’inizio di un utilizzo più esteso dei droni armati da parte di molti paesi.
Questi, quindi, sono i principali impieghi di carattere operativo dei droni, ma come si è già avuto modo di sottolineare anche l’ambito civile ormai sta vedendo un uso sempre più generalizzato di droni sia per attività di ricognizione (si pensi ad incendi o a calamità naturali particolarmente gravi come terremoti, alluvioni, ecc.) sia per attività collegate a veri e propri servizi (come il trasporto di merci annunciato da Amazon ed anche da Google, oppure si pensi agli usi in campo investigativo o per servizi fotografici o cinematografici).
Già da tempo, quindi, era nata la necessità di regolamentare l’uso di questi dispositivi e solo il 16 dicembre del 2013 l’ENAC, con uno specifico regolamento, ha deciso di intervenire in modo piuttosto rigoroso dettando delle regole particolarmente incisive che sono entrate in vigore solo il 30 aprile del 2014, a seguito di specifica disposizione del Direttore Generale dell’ENAC, creando non pochi problemi applicativi.
In particolare il regolamento usa innanzitutto un linguaggio più rigoroso parlando di mezzi aerei a pilotaggio remoto da inquadrare nella categoria degli aeromobili disciplinati dall’art. 743 del codice della navigazione.
Il regolamento distingue, inoltre, ai fini dell’applicazione delle disposizioni del Codice della navigazione, i mezzi aerei a pilotaggio remoto in Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto e Aeromodelli. I mezzi aerei a pilotaggio remoto impiegati o destinati all’impiego in operazioni specializzate o in attività sperimentali, costituiscono i Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto (SAPR) e ad essi si applicano le previsioni del Codice della Navigazione secondo quanto previsto dal Regolamento. Gli aeromodelli, invece, non sono considerati aeromobili ai fini del loro assoggettamento alle previsioni del Codice della Navigazione e possono essere utilizzati esclusivamente per impiego ricreazionale e sportivo.
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