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FRANCIA: WHATSAPP A RISCHIO MULTA PER LA CESSIONE DEI DATI A FACEBOOK

di Elena Bassoli

[vc_row] Commission Nationale de l’Informatique et des Libertés (CNIL) – Decisione n. MED-2017-075 del 27.11.2017
Con la decisione n. MED-2017-075 del 27 novembre 2017, la Cnil, l’equivalente francese del nostro Garante della privacy, ha emanato un preavviso di sanzione amministrativa a Facebook per il servizio di messaggistica Whatsapp, dalla stessa gestito. Whatsapp è presente sul mercato della messaggistica mondiale dal 2009, e nel 2014 è stata acquistata da Facebook. Di tale accordo Whatsapp ha reso noti i contenuti all’utenza, aggiornando le condizioni d’uso e la privacy policy, solo nell’agosto del 2016.
In applicazione della decisione n. 2016-295 C del 14 ottobre 2016 del Presidente della Commission Nationale de l’Informatique et des Libertés (CNIL), una sua delegazione ha effettuato tre controlli online, rispettivamente il 4 e il 9 novembre 2016 ed il 23 ottobre 2017 al fine di verificare l’osservanza della legge del 6 gennaio 1978 modificata relativa a dati, file e libertà. Un’udienza di WhatsApp si è svolta nei locali della CNIL il 14 giugno 2017.

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Le contestazioni della CNIL
Durante i controlli online del 4 e 9 novembre 2016, la delegazione CNIL ha rilevato che sul modulo di attivazione che permetteva di creare un account Watsapp non era presente alcuna informativa relativa al trattamento dei dati personali. I verbali contenenti tali contestazioni venivano notificati a Whatsapp il 27 dicembre 2016, assieme ad un questionario ove si chiedeva, tra l’altro, di indicare il tipo di dati trasmessi alle società del gruppo Facebook, le finalità di questa trasmissione, i meccanismi di opposizione degli utenti e di fornire i documenti contrattuali che regolavano lo scambio di dati con le società del gruppo Facebook.
A febbraio 2017 Whatsapp rispondeva che erano state trasmesse a Facebook le seguenti categorie di dati: l’ID dell’account WhatsApp dell’utente, le informazioni sul dispositivo utilizzato e le informazioni sull’uso dell’applicazione, come la data dell’ultima connessione. WhatsApp dichiarava che i dati degli utenti francesi erano stati finora condivisi solo con Facebook, nella sua unica funzione di subappaltatore.
WhatsApp affermava inoltre che la trasmissione dei dati aveva tre finalità. La prima finalità, denominata “business intelligence”, era quella che consentiva di usufruire dei servizi di altre società della famiglia Facebook per analizzare, ad esempio, le abitudini di utilizzo degli utenti. La seconda finalità riguardava la sicurezza e lo scambio di informazioni tra società volte a combattere gli account abusivi, malevoli o contraffatti. Una terza finalità, non ancora attuata perché il servizio non era ancora stato implementato, riguardava il trattamento dei dati volto a migliorare l’esperienza dell’utente con annunci e prodotti di Facebook.

WhatsApp dichiarava che dopo l’aggiornamento del 25 agosto 2016, tutti gli utenti che si erano collegati all’app avevano ricevuto una notifica contenente gli elementi essenziali dell’aggiornamento e i collegamenti al testo completo dei termini e delle condizioni di utilizzo e della privacy policy. WhatsApp inoltre spiegava che gli utenti registrati dopo il 25 agosto 2016 avevano avuto anche accesso alle informazioni di aggiornamento e che avrebbero potuto accettare i Termini di servizio e l’Informativa sulla privacy facendo clic sul pulsante “Accetta e Continua”, o “Scegli di non usare l’applicazione”.
Whatsapp affermava poi di avere un legittimo interesse a trasmettere i dati dei propri utenti a Facebook perché ciò era previsto nel contratto di acquisto da parte di Facebook; perché tale comunicazione aveva l’unico scopo di consentire il miglioramento del servizio proposto, e perchè il consenso degli utenti a questa comunicazione di dati era stato raccolto. WhatsApp dichiarava inoltre di non aver compreso la natura della documentazione richiesta dalla CNIL in merito alla trasmissione dei dati alle società del gruppo Facebook.

[…]

 

L’11 maggio 2017, l’Antitrust italiana ha chiuso due istruttorie, avviate nel mese di ottobre 2016, nei confronti di WhatsApp Inc. per presunte violazioni del Codice del Consumo.
Comminando a WhatsApp Inc. una sanzione di € 3 milioni, nel primo procedimento l’Autorità ha accertato che la società ha, di fatto, indotto gli utenti di WhatsApp Messenger ad accettare integralmente i nuovi Termini di Utilizzo, in particolare la condivisione dei propri dati con Facebook, facendo loro credere che sarebbe stato, altrimenti, impossibile proseguire nell’uso dell’applicazione. Coloro che erano già utenti alla data della modifica dei Termini (25 agosto 2016) avevano, invece, la possibilità di accettarne “parzialmente” i contenuti, potendo decidere di non fornire l’assenso a condividere le informazioni del proprio account WhatsApp con Facebook e continuare, comunque, a utilizzare l’app.
L’altro procedimento istruttorio si è concluso con l’accertamento della vessatorietà delle disposizioni che prevedono, tra cui, quale legge applicabile al contratto e alle controversie quella dello Stato della California e quali unici fori competenti per la risoluzione delle controversie il Tribunale Federale degli Stati Uniti della California settentrionale o il Tribunale dello Stato della California.

 

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