di Walter Riccitelli
1. Introduzione
Le cinque grandi aree di interesse di cui consta la balistica forense sono:
- identificazione e classificazione delle armi da fuoco e del relativo munizionamento,
- funzionalità delle armi da fuoco o di parti di esse,
- balistica comparativa,
- studio delle traiettorie e delle distanze di sparo,
- ripristino delle matricole identificative.
Queste aree acquisiscono diversa importanza a seconda del fine da perseguire, nel senso che l’esperto balistico osserva e relaziona caratteristiche diverse rispetto all’esperto di “GunShot Residues” (GSR). Analizziamo quindi i due punti di vista in base alle priorità operative di ciascuno.
2. L’esperto balistico forense
La legislazione italiana sul tema è complessa e recentemente è stata oggetto di modifiche e aggiustamenti1. L’esperto balistico si occupa dell’analisi a 360° del “reperto-arma da fuoco”, del “reperto-bossolo” e di tutto ciò che nella scena del crimine è riconducibile all’azione di un’arma da fuoco. Il flusso di lavoro di un’analisi balistica forense comincia con la catalogazione del reperto in esame, da cui dipende la titolarità o meno al porto, al trasporto ed all’utilizzo, ma anche in base allo scopo per i quali sono stati progettati. Inoltre, ogni oggetto letteralmente “a forma di pistola” non può essere a priori considerato un’arma da fuoco, pertanto deve esserne attentamente valutata la funzionalità e l’attitudine ad offendere; è il caso ad esempio di armi create o modificate artigianalmente che per essere considerate tali devono essere analizzate e, se possibile, provate.
Merita un discorso a parte la valutazione della traiettoria di tiro, piuttosto complessa perché strettamente legata all’analisi della scena del crimine. È infatti indispensabile scongiurare errori dovuti all’acquisizione ed al trattamento delle immagini e delle misure, anche se i metodi di ultima generazione sono capaci di restituire scenari 2D e 3D molto realistici, utili anche nell’ottica dibattimentale come supporto visivo alla testimonianza qualificata degli operatori. Oltre alla traiettoria, spesso è importante conoscere la distanza di sparo, intesa come distanza arma-obiettivo. A seconda del tipo di arma e di cartuccia utilizzato, si potranno avere risultati diversi:
per quanto riguarda l’uso di munizionamento spezzato (da caccia, per intendersi) si tratta, in estrema sintesi, della valutazione dell’ampiezza della rosata creata dai pallini che nel loro moto impattano una superficie;
per quanto riguarda l’uso del munizionamento a palla singola – di qualsiasi tipo – si parlerà in seguito.
Esistono poi aspetti quali la definizione del foro di entrata e di uscita che, nel caso di un coinvolgimento di individui, riguardano anche la medicina legale.
3. L’esperto in residui dell’esplosione di colpi d’arma da fuoco (GSR)
Quanto sopra, assume un altro significato nel caso del tecnico GSR. Infatti, l’attenzione del tecnico è volta all’individuazione e alla valutazione dei residui relativi all’esplosione di un colpo, i quali interessano l’analisi del cosiddetto tamponkit sul sospettato, ma che possono rivolgersi anche al materiale balistico sequestrato2. Infatti ogni pistola o fucile ha precise caratteristiche (lunghezza della canna, collocazione dell’eventuale finestra di espulsione etc…) che condizionano la dinamica della nube creata dal processo detonazione innesco-deflagrazione carica di lancio. Pertanto l’esperto, pur non pronunciandosi sul tipo di arma usata, potrà arrivare a comparare i GSR in essa rinvenuti con i residui eventualmente rintracciati nei reperti. Queste attività sono fondamentali nella ricostruzione dell’evento, in quanto possono mettere in relazione la presenza di un’arma, e quindi del suo proprietario, in una determinata scena del crimine.
…continua su EDICOLeA
Altri articoli di Walter Riccitelli
di Walter Riccitelli (N. III_MMXVI)
Ogni caso giudiziario ha nella ricostruzione della sua dinamica il fulcro, dal quale si definiscono la rilevanza penale e le responsabilità di tutti gli agenti principali ed al contempo le situazioni accidentali e non, che portano in sede di giudizio alla esatta quantificazione delle pene. Quando nella scena del crimine sono impiegate armi da fuoco, oltre ai consueti parametri di affidabilità - o non affidabilità - di ciascun testimone, ci si scontra con l’effetto shock creato dall’esplosione dei colpi, il quale può influire negativamente sulla metabolizzazione e rielaborazione dei ricordi, siano essi elementi generali o dettagli. Inoltre, una delle parti potrebbe avere interesse ad “omettere” alcuni particolari al fine di sgravare la propria posizione, ovvero aggravare quella altrui. In certi contesti criminali in particolare, inoltre, risulta frequente lo sparo “a bruciapelo” o comunque a distanza molto ravvicinata, pertanto la quantificazione della distanza di sparo si dimostra un efficace ausilio d’indagine.
di Walter Riccitelli (N. III_MMXV)
Il presente intervento costituisce un’estensione di quello pubblicato nel precedente numero, trattando delle problematiche relative al dialogo tra Autorità Giudiziaria e Polizia Giudiziaria una volta che è cessata l’emergenza relativa alla gestione della scena del crimine e si avvia l’esame delle tracce e dei reperti in essa rinvenuti, per ricostruire la dinamica dei fatti e la successiva attribuzione delle responsabilità.
di Walter Riccitelli (n.II_MMXV)
Corretta acquisizione delle prove tramite sopralluogo e repertamento da parte degli organi di Polizia: il primo intervento, le problematiche tecniche e procedurali, quando e come far intervenire il RIS/Polizia Scientifica. Difficoltà nel coordinamento tra il comando operante e l’organo tecnico specializzato.