La responsabilità per danni nel diritto dello spazio

Un problema importante per la certezza delle regole nel settore spaziale

di Sirio Zolea

Lo spazio è una crescente priorità economica e geopolitica, anche per l’Italia. Nel presente contributo, si analizzano le più importanti fonti di riferimento del diritto internazionale dello spazio in materia di responsabilità per danni, soffermandosi sulle regole sostanziali e procedurali. Si distingue il caso del danno a cose o persone a terra da quello del danno ad altri oggetti spaziali. Si evidenzia conclusivamente l’opportunità di uno sforzo multilaterale e consensuale di adattamento delle regole internazionali alle evoluzioni della prassi del settore.

 


1. Lo spazio: una priorità economica e geopolitica

Parlare di diritto dello spazio potrebbe apparire fantascientifico, ma trattati internazionali (i più importanti sono i trattati negoziati negli anni Sessanta e Settanta sotto l’egida dell’ONU), accordi di cooperazione tra Stati e legislazioni nazionali, soprattutto dei Paesi con più avanzate capacità spaziali, si sono stratificati nel corso del tempo, andando a comporre un quadro complesso che non manca di problematicità e di contraddizioni. Nel frattempo, lo spazio è diventato un settore economico tra i più innovativi, in grande espansione. Secondo uno studio della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, a fronte di un valore mondiale generato dalle attività a esso connesse di 447 miliardi di dollari nel 2020 (il doppio rispetto a dieci anni prima), l’Italia, in particolare, si colloca quarta nel mondo per le esportazioni, nona per quanto concerne il settore nel suo complesso e undicesima per il totale di brevetti.

All’importanza economica dello spazio si aggiunge la sua importanza geopolitica e per la difesa nazionale e collettiva (nel quadro, per esempio, di organizzazioni come la NATO), sicché, anche in presenza di modelli molto variegati delle filiere spaziali, tra USA, Europa, Cina, Russia, ecc., con diversi dosaggi della componente pubblica e del crescente ruolo dei privati, un tratto comune è il ruolo decisivo degli apparati dello Stato e delle forze armate, anche nella selezione dei partner commerciali nazionali e dei partner internazionali (altri Stati e imprese estere) abbastanza “affidabili” da poter essere coinvolti in un settore così strategicamente delicato.

L’accumularsi nell’orbita terrestre di oggetti spaziali artificiali, alcuni da tempo inerti e fuori da qualsiasi controllo operativo, tanti poi lanciati negli ultimissimi anni (si pensi per esempio alle note costellazioni di satelliti Starlink), costituisce ormai una minaccia concreta sia per gli altri oggetti spaziali, sia per le persone e gli oggetti sulla superficie planetaria, sia per l’ambiente e l’ecosistema in generale: è il fenomeno dei cosiddetti space debris, a cui anche la dottrina giuridica e organismi internazionali guardano oggi con preoccupazione.

Come già gli studi di Weber avevano messo in luce, la certezza del diritto e la prevedibilità delle conseguenze giuridiche dei fatti sono fondamentali per le economie di mercato. La questione si pone tanto più per i settori economici di più recente sviluppo, in cui è fondamentale che la produzione normativa accompagni in maniera oculata lo svilupparsi della pratica degli operatori economici, con un approccio di equilibrio tra il rischio di cristallizzarne prematuramente lo sviluppo con un eccesso regolatorio e l’opposto rischio di vuoti normativi che, alimentando le incognite e i rischi del settore, possono disincentivare gli investimenti e attirare le forme di imprenditoria meno sane e più spregiudicate.

2. La responsabilità nel Trattato sullo spazio extra-atmosferico

È per questo motivo che già il primo dei grandi trattati multilaterali negoziati in sede ONU, il Trattato sullo spazio extra-atmosferico, del 1967, elaborato nel consenso tra entrambi i grandi blocchi geopolitici di allora e che oggi raccoglie l’adesione di numerosissimi Stati e di tutte le potenze spaziali, si occupava delle problematiche della responsabilità, poi più specificamente sviluppate dalla successiva Convenzione sulla responsabilità internazionale per danni cagionati da oggetti spaziali, del 1972.

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