Pubblicato il Lawful Interception Academy (LIA) Report 2015 in formato ebook gratuito. Anche la II edizione della LIA ha mostrato numeri in aumento, come i frequentatori (distinti) che sono stati 428 nell’arco dei 5 giorni previsti. Il 66% ha ritenuto di aver ricevuto utili strumenti per le proprie attività professionali. L’89% ha espresso un alto interesse per i temi trattati nella LIA.
La seconda edizione della LIA si pone in un momento storico in cui è forte ed evidente l’impegno internazionale nel contrasto al terrorismo. L’Italia si pone come parte attiva in tale contesto, con disposizioni interne che rafforzano alcuni strumenti utilizzabili nelle indagini. La legge n. 43 del 17 aprile 2015 fornisce una risposta a chi vedeva non più legittimato il d.Lgs. 109/2008 sulla data retention, di cui riafferma i principi e ne estende i termini di conservazione, poiché la Corte di giustizia aveva dichiarato l’illegittimità della direttiva “Frattini” (2006/24/Ce) nel 2014. Inoltre, la legge 43/2015 attribuisce al Procuratore nazionale antimafia anche funzioni in materia di antiterrorismo. Qualche discussione potrebbe essere sollevata dalla Legge n. 69 del 27 maggio 2015, che annoveriamo nell’elenco delle novità del 2015, poiché viene previsto che per le società non quotate in borsa il falso in bilancio non è più un reato intercettabile.
Sempre con estrema competenza e coerenza si registrano gli interventi del Garante della privacy al comparto, con un ulteriore differimento dei termini di adempimento delle prescrizioni di cui al provvedimento del 18 luglio 2013, in materia di misure di sicurezza nelle attività di intercettazione da parte delle Procure della Repubblica. Tali differimenti rispondono con attenzione, in un quadro di leale collaborazione tra le nostre istituzioni, alle difficoltà riscontrate in fase di ricognizione riguardo alle condizioni di adeguatezza strutturale e organizzativa degli Uffici giudiziari.
Probabilmente altre novità sono attese nei prossimi anni. Allo stato attuale, infatti, sono circa una decina i disegni di legge in discussione alla Camera dei deputati sulla materia. Di questi solo uno è stato approvato il 23 settembre 2015 e contiene anche una delega al Governo per regolamentare le intercettazioni.
È pur vero, tuttavia, che l’attuale quadro appena descritto vede ancora un forte sbilanciamento – in negativo – verso l’aspetto tecnologico della materia, essendo ancora in attesa della riforma annunciata dalla legge di stabilità n. 288 del 24 dicembre 2012 che, si spera, porterà non solo nuove regole di natura economico-finanziaria ma anche tecniche, dato che il comparto italiano non è appunto regolato sotto quest’ultimo aspetto. La tendenza europea, e ci auguriamo lo sarà anche quella italiana, è quella di utilizzare gli standards ETSI in materia di lawful interception e retained data.
In questa cornice si pone, quindi, la seconda edizione della LIA, che risponde alla domanda sempre più crescente di formazione accreditata su questi temi, da parte delle diverse forze di polizia e della magistratura. Il programma della LIA pone subito in evidenza una forte partecipazione, in qualità di relatori, degli Operatori di telecomunicazioni e, come sempre, delle società fornitrici delle Procure.
La linea, che figurativamente unisce queste due figure, costituisce la struttura portante su cui instaurare tutte le attuali e future considerazioni in merito alle evoluzioni tecnologiche del settore. Questa struttura è a servizio delle funzioni giudiziarie, caratterizzate da una propria regolamentazione anche sotto il profilo organizzativo. La sovrapposizione di questi due livelli, il primo prettamente tecnico ed asservito al secondo, pone criticità in ordine alla corretta operatività evidenziate anche in questa seconda edizione della LIA.
L’inserimento di nuovi temi in questa edizione della LIA e nelle prossime, come lo studio degli standard ETSI e delle nuove tecnologie di comunicazione, hanno fatto sì che si evidenziasse anche il problema della partecipazione istituzionale italiana ai tavoli europei di regolamentazione e del relativo presidio dell’evoluzione tecnologica. Su questo ultimo aspetto ogni forza di polizia italiana ha costituito un proprio centro di competenza per evidenti esigenze investigative, ma ci si augura che l’Italia, così come hanno fatto tutti gli altri stati europei, si doti di una struttura di riferimento nazionale che possa governare questi due profili così profondamente accomunati nel governo degli strumenti d’indagine.
LIA Report 2015