Per quale motivo è nata “Sicurezza e Giustizia”? Ad un primo sguardo la rivista sembra una delle tante. In realtà basta leggerla per capire la differenza. “Sicurezza e Giustizia” nasce per differenza rispetto a tutto quello che offre l’editoria e all’impostazione editoriale cui ormai siamo abituati.
Non si può negare che la gestione della comunicazione nella società moderna ci assorbe quasi completamente. Non abbiamo spazio per approfondire, ci fidiamo del commento dell’esperto. E con il tempo questo approccio diventa abitudinario e, senza accorgesene, ci ritroviamo a ricevere le notizie in forma soggettiva, dall’alto del giudizio dell’autore. La scarsa attenzione e la mancanza di qualità potrebbero peggiorare il quadro.
Di certo l’utilizzo di questi approcci da un lato ci lascia permanere in uno stato di lettura passiva (è un pò come correre sul tapis roulant), dall’altro semplifica il lavoro di chi gestisce l’informazione. Ma perché essere soggetti passivi, perché leggere un’opinione piuttosto che leggere l’informazione in modo oggettivo, così che poi possa nascere in noi la consapevolezza? questa dovrebbe essere il fine dell’informazione, perché possa esserci democrazia, un confronto utile di posizioni e di idee che si basano tutte sulla stessa base culturale, declinata poi in ognuno di noi dal carattere e dalle nostre esperienze. Occorre ridare all’informazione il suo ruolo originale, costruire una base culturale comune, trasmettere consapevolezza e consentire poi un confronto costruttivo di idee e opinioni.
In democrazia nulla si impone. Noi proponiamo di definire “insieme” un nuovo approccio culturale, un nuovo insieme di regole dell’informazione che sia rispettoso dell’utilizzatore finale dell’informazione, il Lettore. E se le regole del gioco sono già presenti, semmai in forma più generica? allora riprendiamole, ricordiamole, utilizziamole. Principi etici, morali, sociali e religiosi tutti contribuiscono, senza escludere i 139 articoli della nostra bellissima Costituzione italiana.
Si partecipa alla nuova esperienza editoriale e informativa tutti insieme, con le proprie competenze e le proprie esperienze. Contribuisce chi è a disposizione della cosa pubblica e chi invece opera nel settore privato, senza dimenticare i grandi professionisti sconosciuti ai più perché non hanno quel giusto clamore mediatico che meritano, per scelta o per occasioni mancate. Si contribuisce un poco ciascuno, spontaneamente, perchè insieme quel poco diventi tanto, offrendolo generosamente e consapevolmente a tutti. Si lavora anche con la giusta aggregazione nel senso di massima trasparenza, tutti con la stessa aspirazione e sotto la medesima bandiera. E’ per questo che nel suo secondo anno “Sicurezza e Giustizia” ha posto in copertina la bandiera italiana, allo scopo di valorizzare e far valorizzare, fuori anche dai nostri confini, le capacità del nostro paese, per ricordare che la capacità e la competenza italiane devono avere la giusta valorizzazione e, ancora oggi più che nella passata e gloriosa storia, possano divenire un possibile modello di professionalità per gli altri.
Tanti sono gli attestati di stima che riceviamo dai Lettori. Per questi la rivista è divenuta quasi un “servizio” fondamentale. Questa è la nostra ricompensa più grande, questo ci spinge ad andare avanti e ad aumentare, laddove possibile, gli ambiti tematici trattati.