PNRR e Cybersecurity: due tematiche strettamente legate

di Michele Lippiello e Gabriele Donadei

La pandemia da Covid-19 ha posto nuove sfide economiche e sociali per l’intero territorio nazionale. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta un’efficace strumento per far fronte alle difficoltà e alle crisi diffuse in tutti i settori della vita del Paese ed un’opportunità per modernizzare le infrastrutture pubbliche e private italiane. L’aumento della diffusione e della pericolosità degli attacchi informatici necessita una risposta efficace e pronta, per prevenire perdita di dati ed indisponibilità degli asset nazionali. Gli investimenti del PNRR nel settore della cybersecurity e l’istituzione dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) costituiscono gli elementi essenziali per permettere ai cittadini e alle Amministrazioni Pubbliche una fruizione sicura dei servizi online.


1. Il Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza (PNRR)

Nell’odierna società che rincorre continui cambiamenti, l’innovazione tecnologica risulta occupare il primo piano in tutti i campi: economia, politica, per passare attraverso l’istruzione ed il commercio. In simbiosi con le linee guida individuate dal NextGenerationEU (NGEU), progetto di ripresa e crescita dell’Unione Europea, il Governo Draghi, di concerto con il Ministero dell’Economia, il 30 aprile scorso, ha definito e presentato alla Commissione europea il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Un ambizioso progetto di riforme e crescita economica nei 6 settori individuati dalle relative missioni. Con un investimento di 191,5 miliardi di euro, permetteranno all’Italia di “combinare immaginazione, capacità progettuale e concretezza, per consegnare alle prossime generazioni un Paese più moderno, all’interno di un’Europa più forte e solidale.”

Un’attenta analisi sui dati di sviluppo del Paese hanno permesso l’individuazione delle aree di intervento del Piano di Ripresa, in linea con i principi e le guidelines fornite dall’Unione Europea. In base ai dati pubblicati dall’ISTAT, in termini di Prodotto Interno Lordo (PIL), l’Italia ha subito una diminuzione del tasso di crescita medio nel periodo compreso tra il 2000 ed il 2020. Lo scoppio della bolla immobiliare negli USA (2008), l’aumento del debito pubblico e per ultima la crisi causata dal diffondersi della pandemia, hanno rallentato lo sviluppo del Paese, che nel 2020 ha registrato un calo del PIL del -8,9% (ben superiore alla media europea del -6,2%). Disoccupazione, crisi demografica, scarsa digitalizzazione e profonde disuguaglianze tra il Nord e il Mezzogiorno sono solo alcuni degli elementi di maggior rilievo della crisi economico-finanziaria che stiamo attraversando.

Tuttavia, risulta necessario evidenziare come i primi effetti degli interventi del PNRR si possano già individuare nelle stime di crescite economica del biennio 2021-2022: nel IV trimestre 2021, l’ISTAT attesta la crescita del PIL al 6,4% rispetto al precedente anno e prevede un aumento dello stesso del 4,7% nel 2022.
Come si legge dal documento dell’Istituto, il livello occupazionale subirà un aumento del 4,1% e un relativo decremento del livello di disoccupazione che si attesterà al 9,3%, in calo di 0,3 punti percentuali rispetto al precedente anno.

Il Governo Draghi ha individuato tre aree strategiche per la ripresa economica del Paese: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale. Lo sviluppo digitale della Pubblica Amministrazione e delle infrastrutture informatiche costituiscono l’asse portante dell’impiego dei fondi del Piano di Ripresa: il 21% dell’importo totale del PNRR, equivalente ad oltre 40 miliardi di euro, sarà adoperato per ripianare quelle sostanziali lacune tecnologiche che, purtroppo, hanno contraddistinto fino ad oggi il buon andamento del sistema Paese e della PA in generale, con sistemi carenti ed inefficienti.

Il rinnovamento digitale, previsto dalla prima missione del PNRR, si pone l’ambizioso obiettivo di apportare cambiamenti drastici nella vita dei cittadini italiani, nei settori più vari. La PA vedrà la sempre più ampia diffusione dell’identità digitale, necessaria per fornire servizi online unificati, nonché il passaggio al mondo cloud sul Polo Strategico Nazionale o su piattaforme pubbliche. Diffusione ed ampliamento delle competenze tecnico-informatiche, installazione di infrastruttura a banda larga, per la diffusione delle reti 5G per oltre 12000 km di strade, tecnologie satellitari ed economia spaziale rientrano nei traguardi e negli interventi stabiliti del Governo.

2. L’obiettivo della Cybersecurity

L’incessante aumento di rischi legati ad attacchi informatici comporta la necessità di rivedere ed aggiornare i processi di cyber risk management, per assicurare una costante ed efficace protezione degli assetti informatici della PA, degli enti statali nonché delle aziende del mercato libero. Le policy per la gestione dei dati devono assicurare la classificazione, la trattazione, l’archiviazione e la disposizione degli stessi, in accordo con i regolamenti e le leggi interne, europee e di settore (GDPR, HIPAA, PCI DSS).

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