VALENZA GIURIDICA DEL TWEET DI UN MINISTRO

di Elena Bassoli

Consiglio di Stato, sentenza n. 769 del 12 febbraio 2015
Il Consiglio di Stato si è pronunciato sulla natura dell’atto amministrativo emesso verso l’esterno nel caso in cui si utilizzi il servizio di Twitter, osservando che “gli atti dell’autorità politica, limitati all’indirizzo, controllo e nomina ai sensi del decreto legislativo n.165 del 2001, debbono pur sempre concretarsi nella dovuta forma tipica dell’attività della pubblica amministrazione… anche, e a maggior ragione, nell’attuale epoca di comunicazioni di massa, messaggi, cinguettii, seguiti ed altro, dovuti alle nuove tecnologie e alle nuove e dilaganti modalità di comunicare l’attività politica“.


 

 

Il Consiglio di Stato si è pronunciato sulla natura del tweet emesso da un Ministro in una controversia ambientale e paesaggistica. In particolare il 15 giugno 2013 l’allora Ministro della cultura Massimo Bray aveva twittato preannunciando la richiesta al Comune di La Spezia di sospendere i lavori di sistemazione di una piazza in attesa della verifica del progetto da parte del Ministero, in un clima di accesa contestazione del progetto prescelto da parte di comitati e di associazioni ambientaliste contrari ad esso. In un primo momento, la Soprintendenza aveva dato parere favorevole allo sventramento della piazza. Poi Vittorio Sgarbi aveva sollevato la polemica in tv, rivolgendosi al sindaco per aver spiantato «un bellissimo gruppo di alberi del 1930» da sostituire con «archetti di cemento armato colorato». Interpellato dal critico d’arte, l’allora ministro per i Beni culturali Massimo Bray era intervenuto con un tweet che sconfessava la locale Soprintendenza: «Al Comune di La Spezia sarà richiesto di sospendere l’avvio dei lavori di Piazza Verdi perché il progetto sia verificato dal MiBac». Pochi giorni dopo la Soprintendenza, con una retromarcia rispetto al suo parere precedente, bloccava i lavori.

1. Il fatto
In questo modo è sorta la controversia portata prima davanti al Tar Liguria e poi al Consiglio di Stato. Il Comune ha fatto ricorso contro il tweet del ministro, ritenendolo «un’inammissibile usurpazione di funzioni amministrative di esclusiva competenza dirigenziale».
In realtà il Comune ha proposto appello incidentale senza qualificare altrimenti la dichiarazione d’intenti ministeriale, chiedendo la riforma della sentenza del Tar Liguria nel punto in cui essa non aveva ritenuto corretto annullare il “cinguettio” del Ministro, ma ne ha solo dedotto una “spia di eccesso di potere, avendo gli organi statali avuto un ripensamento rispetto alle precedenti valutazioni soprattutto, o addirittura solo, per compiacere o per non discostarsi da posizioni pubblicamente assunte dall’autorità politica”.

 

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LA TUTELA DELLA PRIVACY NON PUO’ ESCLUDERE L’ACCERTAMENTO SINTETICO PER LA DETERMINAZIONE DEL REDDITO DEL CONTRIBUENTE -
di Elena Bassoli (N. IV_MMXVIII)
Corte di Cassazione, Sezione I Civile, sentenza n. 17485 del 21 marzo 2018 e depositata il 4 luglio 2018. La tutela della privacy non può escludere l’applicazione del metodo dell’«accertamento sintetico», ovvero la determinazione del reddito del contribuente sulla base delle spese sostenute nell’anno fiscale, che trova il suo fondamento nell’art. 38, commi 4 e 5, del d.P.R. n. 600/1973, nel contesto della potestà impositiva dell’Amministrazione che si fonda sull’art. 53 Cost. e nell’attività di accertamento e di raccolta di dati attuata presso l’Anagrafe tributaria.
FRANCIA: WHATSAPP A RISCHIO MULTA PER LA CESSIONE DEI DATI A FACEBOOK -
di Elena Bassoli (N. I_MMXVIII)
Commission Nationale de l’Informatique et des Libertés (CNIL) - Decisione n. MED-2017-075 del 27.11.2017. Con la decisione n. MED-2017-075 del 27 novembre 2017, la Cnil, l’equivalente francese del nostro Garante della privacy, ha emanato un preavviso di sanzione amministrativa a Facebook per il servizio di messaggistica Whatsapp, dalla stessa gestito. Whatsapp è presente sul mercato della messaggistica mondiale dal 2009, e nel 2014 è stata acquistata da Facebook. Di tale accordo Whatsapp ha reso noti i contenuti all’utenza, aggiornando le condizioni d’uso e la privacy policy, solo nell’agosto del 2016. In applicazione della decisione n. 2016-295 C del 14 ottobre 2016 del Presidente della Commission Nationale de l’Informatique et des Libertés (CNIL), una sua delegazione ha effettuato tre controlli online, rispettivamente il 4 e il 9 novembre 2016 ed il 23 ottobre 2017 al fine di verificare l’osservanza della legge del 6 gennaio 1978 modificata relativa a dati, file e libertà. Un’udienza di WhatsApp si è svolta nei locali della CNIL il 14 giugno 2017.
IL BADGE DEVE ESSERE UTILIZZATO DAL DATORE DI LAVORO PER VERIFICARE LE PRESENZE E NON PER CONTROLLARE IL DIPENDENTE -
di Elena Bassoli (N. IV_MMXVII)
Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, Sentenza n. 17531 del 22 marzo 2017 e depositata il 14 luglio 2017. La Corte ha rigettato il ricorso della Società che denunciava la violazione o la falsa applicazione dell’art. 4 L. n. 300/1970, lamentando che la sentenza impugnata ha ritenuto che il meccanismo del badge (a radio frequenza), che si limita a leggere le informazioni contenute nella tessera dei dipendenti, costituisse un illegittimo strumento di controllo a distanza dell’attività dei lavoratori.
NUOVE DISPOSIZIONI A TUTELA DEI MINORI PER LA PREVENZIONE ED IL CONTRASTO AL CYBERBULLISMO -
di Elena Bassoli (N. III_MMXVII)
Legge 29 maggio 2017, n. 71. Pubblicato in GU Serie Generale n.127 del 03-06-2017 la Legge 29 maggio 2017 n. 71 recante “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo” in vigore dal 18 giugno 2017. Il provvedimento intende contrastare il fenomeno in tutte le sue manifestazioni, con azioni a carattere preventivo e con una strategia di attenzione, tutela ed educazione nei confronti dei minori coinvolti, sia nella posizione di vittime sia in quella di responsabili di illeciti.
UK: approvato l’investigatory powers act -
di Elena Bassoli (N. II_MMXVII)
Investigatory Powers Act 2016. È entrato in vigore il 30 dicembre 2016, avente l’obiettivo di ampliare i poteri della British Intelligence Community a discapito della tutela dei dati personali dei cittadini. Nuovi poteri particolarmente invasivi simili ad un controllo di massa, in aperto contrasto con il nuovo Regolamento privacy europeo n. 679/2016.
AGENZIA DELLE ENTRATE: AL BITCOIN NON SI APPLICA L’IVA MA PRODUCE TASSAZIONE DIRETTA -
di Elena Bassoli (N. I_MMXVII)
Decreto Legislativo del 25 maggio 2016, n. 97 (GU Serie Generale n.132 del 8-6-2016). Il 23 giugno 2016 è entrato in vigore il Freedom Of Information Act che rende libero e gratuito l’accesso all’informazione pubblica e agli atti della P.A. Tutti i cittadini avranno la possibilità di richiedere documenti e atti della Pubblicazione Amministrazione. Fanno eccezione le documentazioni considerate sensibili, secondo uno specifico iter per il quale verrà comunque data risposta ai cittadini che ne faranno richiesta.
IL FREEDOM OF INFORMATION ACT (FOIA) -
di Elena Bassoli (N. IV_MMXVI)
Decreto Legislativo del 25 maggio 2016, n. 97 (GU Serie Generale n.132 del 8-6-2016) Il 23 giugno 2016 è entrato in vigore il Freedom Of Information Act che rende libero e gratuito l’accesso all’informazione pubblica e agli atti della P.A. Tutti i cittadini avranno la possibilità di richiedere documenti e atti della Pubblicazione Amministrazione. Fanno eccezione le documentazioni considerate sensibili, secondo uno specifico iter per il quale verrà comunque data risposta ai cittadini che ne faranno richiesta.
FACEBOOK DEVE BLOCCARE I PROFILI FAKE PER L’EVENTUALE INTERVENTO DELLA MAGISTRATURA -
di Elena Bassoli (N. III_MMXVI)
Garante della Privacy - Provvedimento dell’11 febbraio 2016. Facebook dovrà comunicare ad un proprio utente tutti i dati che lo riguardano anche quelli inseriti e condivisi da un falso account, il cosiddetto fake, e dovrà bloccare il fake ai fini di un’eventuale intervento da parte della magistratura. Il Garante ha accolto il ricorso di un iscritto a Facebook che si era rivolto all’Autorità dopo aver interpellato il social network ed aver ricevuto una risposta ritenuta insoddisfacente.
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di Elena Bassoli (N. II_MMXVI)
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di Elena Bassoli (N. IV_MMXV)
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ACCESSO ABUSIVO A SISTEMA INFORMATICO: IL LOCUS COMMISSI DELICTI COINCIDE CON QUELLO DEL SOGGETTO CHE ACCEDE -
di Elena Bassoli (N. III_MMXV)
Corte di Cassazione, Sezioni Unite Penali, sentenza n. 17325 del 26 marzo 2015 e depositata il 24 aprile 2015. Con sentenza depositata il 24 aprile 2015, le Sezioni Unite Penali della Corte di Cassazione, risolvendo un conflitto di competenza, hanno affermato che “il luogo di consumazione del delitto di accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico di cui all’art. 615-ter cod. pen. coincide con quello nel quale si trova il soggetto che effettua l’introduzione abusiva o vi si mantiene abusivamente”.
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di Elena Bassoli ( n.III_MMXIII )
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