Documenti falsi liberamente in vendita online

di Raoul De Michelis

Partendo dalla lettura di alcuni gruppi dell’app di messaggistica Telegram dedicati alla vendita di documenti e banconote false inauguriamo una serie di articoli sul tema del controllo documentale. In questa prima parte verranno forniti alcuni spunti per il controllo dei contenuti del documento; elementi che dovrebbero consentire all’operatore di attivare verifiche più approfondite per accertare eventuali contraffazioni o alterazioni.


Deep web ed applicazioni di messaggistica sono i nuovi strumenti per la commercializzazione di documenti falsi. Per chi voglia ottenere un documento contraffatto, le strade sono numerose per giungere fino alla consegna a domicilio per mezzo di un pacco anonimo tramite corriere e pagando con modalità difficilmente tracciabili.
È bastato effettuare una semplice ricerca con parole chiave “documenti falsi, banconote false, fake documents” per trovare su Telegram, diversi canali con proposta di vendita di documenti e banconote contraffatte.
Alcuni di questi, per avvalorare l’affidabilità dei documenti stessi riferiscono di avere persone di fiducia presso istituzioni governative in grado ottenere documenti originali, in grado di aggirare i controlli di polizia in quanto si tratta appunto… di documenti originali.

Ma quanto questa affermazione corrisponde al vero? È mai possibile che tali organizzazioni riescano a procurarsi illegittimamente un documento falso in grado veramente di aggirare facilmente i controlli ed addirittura risultare presente in una banca dati?
Una prima analisi delle immagini di banconote e documenti riportati sul canale Telegram, ci porta a dire che essi appaiono tutti sicuramente originali in quanto, lo sono.

In pratica, gli impostori in questo caso al fine di avvalorare la bontà degli articoli venduti, tranne in alcuni casi, hanno utilizzato immagini di documenti originali.
L’ipotesi di chi scrive è suffragata dall’analisi a campione di queste immagini. Per iniziare dai più facili da verificare, ovvero da quelli italiani, vediamo cosa ci viene propinato quale documento contraffatto e quali sono i metodi, per una analisi di primo livello possibile anche osservando immagini a bassa risoluzione.

Possiamo infatti, effettuare un primo screening sui contenuti del documento. Un controllo che sicuramente non ci darà la certezza dell’originalità (o della contraffazione del documento) ma che, in caso di dati formalmente errati o elementi assenti potrà far decidere di approfondire l’analisi tecnica del documento verificando la tecnica di stampa e la presenza degli elementi di sicurezza.

 

’intento di questo lavoro non è sicuramente quello di esaurire tutte le conoscenze relativamente al controllo documentale ma quello di fornire i primi spunti di ragionamento per una verifica logica del documento.

 

1. La patente di guida italiana

Partiamo dal primo documento, la patente di guida italiana, modello conforme alla Direttiva 2006/126/CE del 20.12.2006.
Un primo sommario controllo, come anticipato senza poter approfondire la tecnica di stampa per via della scarsa qualità dell’immagine, non evidenza anomalie circa il modello e la composizione grafica del documento.

Si è scelto di analizzare per prima la patente italiana poiché è un documento di cui è possibile controllarne la reale emissione e la corrispondenza con la foto del titolare interrogando la banca dati della Motorizzazione Civile. Infatti, per le patenti emesse a partire dal 19 gennaio 2013, le forze di polizia accedendo al Portale dell’Automobilista, oltre ad ottenere i dati del soggetto titolare, possono accedere all’immagine di entrambi i lati del documento in modo da verificarne la rispondenza con quello oggetto di controllo. Una novità importante [1] che consente altresì di individuare le sostituzioni di persona in caso di soggetti che, privi di documenti, abbiamo dichiarato le generalità di altri.

Interrogando la stessa banca dati ministeriale tramite il numero del documento otterremo che quello nell’immagine non è più in vigore in quanto sostituito da una nuova patente ottenuta a seguito del conseguimento di una nuova categoria. Pertanto si può ipotizzare con un alto grado di certezza che il documento sia autentico e probabilmente, il titolare lo abbia smarrito o consegnato a qualcuno che impropriamente lo ha utilizzato per pubblicarlo sul canale Telegram.

 

2. Passaporti e codice ICAO

In merito ai passaporti, la verifica senza avere materialmente a disposizione il documento può essere effettuata analizzandone i contenuti. Proprio per la loro funzione, i passaporti devono essere leggibili in tutti gli Stati del mondo alla stessa maniera. Lo standard dei passaporti, sia per il formato che per i contenuti, è fissato da ICAO [2] con il documento 9303 [3]. Il corposo lavoro di ICAO affronta tutti gli aspetti costitutivi dei documenti di viaggio. Ai fini del presente lavoro verranno presi in considerazione solamente quegli aspetti d’interesse per la verifica dei documenti, rimandando la lettura completa a coloro che vogliano approfondire.

 

…continua su EDICOLeA

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